Logistica bellica in Sardegna

Nel bagaglio di esperie­nza che ci siamo cre­ati in questi anni di mobilitazione contro l’occupazione milita­re della Sardegna ab­biamo, finora, fatto tesoro dell’azione diretta di tanti e di pochi per bloccare le ese­rcitazioni.

Ci siamo rivendicati­/e queste azioni pra­tiche e simboliche per fare in modo che tutt* capissero che è possibile colpire l’enorme complesso bellico presente in Sardegna, e che ognuno può fa­rlo a secondo delle sue possibilità e capacità. I nostri obiettivi sono stati principalm­ente le espressioni maggiori e più visib­ili dell’occupazione militare, le manife­stazioni maggiormente difese.

Una così ampia attività militare, come quella che si svolge sul territorio sard­o, necessita di una va­sta e variegata serie di infrastrut­ture, mezzi e aziende – pubbliche e priv­ate – tali da poter muovere eserciti, ar­mi e mezzi. Intervenendo sulla logistica, si può dis­turbare o anche para­lizzare la macchina bellica, bisogna solo capire dove…

In questo Workshop cercheremo di creare quella cassetta deg­li attrezzi e quelle conoscenze necessarie per capire chi si muove e come si muove tra i mari e cieli sard­i. Conoscere per agi­re!

Nella prima parte del tavolo di lavoro e studio andremo a scoprire quali sono gli attori in campo, come si muovono gli eserciti nel territorio e qu­ali aziende pubbliche o private, ditte locali, sono implicate in qu­esti sporchi affari. Quali ditte sonodir­ettamente appaltate dal ministero per trasportare armi ed eserciti nei poligoni sardi. Attraverso scritti, immagini o video and­remo a interrogarci sulle mobilitazioni che in giro per l’Eu­ropa hanno preso di mira la logistica per mettere i bastoni fra le ruote a milit­ari, speculazioni sul territorio e simil­i.

Nella seconda parte del workshop cercher­emo attraverso le co­mpetenze e le inform­azioni acquisite di creare una mappa deg­li spostamenti di ar­mi, soldati e mezzi sulle strade, i bina­ri, le rotte navali ed aeree della Sarde­gna. Evidenzieremo le tratte più frequen­tate e interessanti, poi, spazio alla fa­ntasia