TESTIMONIANZE DA BITTI (2)

A Foras intende continuare ad essere un luogo di confronto e dare spazio al dibattito sulle problematiche sociali che sono in qualche modo legate all’occupazione militare della nostra terra. Per questo vi invitiamo a condividere con noi le vostre esperienze e le vostre sensazioni maturate durante l’attività di volontari e volontarie.
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“Oggi sono stato a Bitti e ci sarò anche domani insieme a compagni e compagne del Mutuo Soccorso Casteddu e di A Foras provenienti da diverse parti del territorio sardo.
Per fortuna, in modo puramente casuale, siamo finit* lontano dal centro, lontano dai riflettori e dalle stellette che hanno occupato lo spazio dei selfie e dei post degli italiani di Sardegna.
Siamo finit* nell’officina di un fabbro e di suo figlio infermiere, abbiamo spalato braccio a braccio per dieci ore e condiviso quel poco che in questo momento ci scalda il cuore, un bicchiere di vino, due sigarette, una canzone.
Abbiamo parlato della “calamità” di una politica lontana e di quanto sia paradossale che i mezzi militari che agiscono a Bitti surclassino di gran lunga qualsiasi mezzo dei vigili del fuoco, della protezione civile, degli enti forestali.
Sarà un puro caso, io a Bitti non ci sono mai stato, ma pare che a culo e con un occhio superficiale, questo endorsement verso la brigata Sassari e i cacciatori di Sardegna non sia proprio una cosa da dare per scontata.
Qui si parla di investimenti per la messa in sicurezza del territorio, sulla sanità e si esalta, pure in tempo di covid, una solidarietà dal basso proveniente da tutte le parti della Sardegna.
Ho rischiato le lacrime prima dal fabbro e tutta la cricca di giovani bitzichesos, poi dal macellaio, al market e nello tzilleri quando pareva che fossimo del paese dalla nascita.
In piazza ho visto l’ennesima operazione di una società per azioni che vende la sua immagine per legittimarsi davanti alla popolazione. Ho visto questa impresa mostrare la sua forza davanti a corpi civili che girano con land rover e defender degli anni ’80; oggi uno di questi mezzi dei vigili del fuoco è rimasto vittima di una voragine creatasi nel manto stradale al suo passaggio.
Oggi l’esercito ha mostrato i suoi denti e i suoi mezzi pesanti per l ennesima operazione di marketing, mostrando un bel portfolio, davanti a 60 e passa anni di devastazione del nostro territorio, recintato ed espropriato.
Oggi penso che i figli di questa terra morti per malattia a causa di guerre ed esercitazioni meritino giustizia, davanti a un ricatto del lavoro che ha portato tanti ragazzi della mia classe nelle scuole, o che giocavano a calcio con me, a scegliere l’arma.
Oggi penso che l esercito sia una nocività per la nostra terra, non abbia alcun diritto di occupare le terre espropriate, non debba ricevere alcun finanziamento dal ministero dello sviluppo economico, dal ministero dell’istruzione, dalle autonomie locali o dalle regioni.
Oggi è stata una giornata fantastica, purtroppo alla fine mi sono scordato quanto un paese possa essere militarizzato, anche a causa della presenza dei soldati, sono stato fermato senza motivo per più di mezz’ora nel mentre che chiacchieravo con le persone del paese. Mi sono trovato in una situazione di imbarazzo totale al quale i paesani non sapevano come rapportarsi e nel quale chi mi ha fermato ha, in maniera ambigua, portato avanti una condotta abusante per troppo tempo.
Oggi e domani sono ancora qui, fiero che dentro a foras, che è l’unico movimento attivo che lotta contro le basi militari, ci sia un dibattito sul ruolo dei militari nella nostra terra.
Domenica 6 ci sarà l’assemblea generale, probabilmente questo dibattito non sarà all’ordine del giorno, ma l’organizzazione, l’ attivismo e la lotta per una Sardegna migliore e libera sarà sempre il primo punto.
Ainnantis”.