TESTIMONIANZE DA BITTI (1)

Condividiamo e invitiamo alla lettura di una testimonianza diretta di un compagno:
“Dal giorno dell’ alluvione a Bitti, con l’arrivo dei soldati, ho letto molti attacchi contro A Foras. Ho temuto che l’impiego della Brigata Sassari per liberare le strade dal fango e dai detriti dipendesse soprattutto dalla volontà di migliorare l’immagine dei Poligoni militari, dove anche in questi giorni continuano a svolgersi imponenti esercitazioni aeree, con bombardamenti e sperimentazioni di missili.
Fortunatamente devo dire che quando siamo arrivati il primo giorno a Bitti, ho trovato un clima diverso da quello che temevo di trovare.
Cercando il centro di smistamento dei volontari siamo finiti dritti nella piazza principale in cui i mezzi pesanti dell’esercito erano al lavoro per rimuovere i detriti. Abbiamo conosciuto subito un ragazzo in divisa che ci ha chiesto di mettere a disposizione il camioncino per portare via i detriti e il mobilio fradicio da smaltire, come tutti gli altri mezzi che facevano la spola con la discarica provvisoria di fianco al cimitero: è un soldato proveniente da un paese del circondario, con cui abbiamo scambiato qualche battuta parlando solo in sardo e che ci ha mostrato di volere solo aiutare i bittesi, collaborando con i volontari arrivati da tutta la Sardegna.
C’è gente che mette in giro la voce falsa che noi ce l’abbiamo contro i militari, quando in realtà A Foras ha organizzato e partecipato a manifestazioni con i familiari di militari morti di tumore per causa di servizio, chiedendo che (nell’interesse di tutti i sardi) i poligoni di Quirra, Teulada e Capo Frasca vengano chiusi, bonificati e restituiti alle comunità limitrofe.
Abbiamo manifestato per chiedere che gli ospedali ricevano più risorse, da sottrarre al bilancio che la Difesa destina alle esercitazioni militari.
Nessuno che sia in buona fede potrebbe mai sostenere che queste rivendicazioni siano in contaddizione con l’utilizzo dell’esercito in caso di calamità naturali e con funzioni di protezione civile.
Io penso anzi che l’esercito in Saregna dovrebbe avere ordinariamente solo funzioni di protezione civile, pur mantenendosi operativi ad operare in caso di conflitto.
Sarebbe sicuramente una mansione molto più onorevole da far svolgere ai soldati sardi, anziché impiegarli nelle cosiddette missioni “umanitarie” che difendono solo gli interessi economici occidentali e dell’imperialismo americano che ha distrutto stati pacifici come l’Irak, la Siria e la Libia.
Sarei assolutamente favorevole ad un esercito di questo tipo, impegnato stabilmente a difendere i sardi dai pericoli concreti, più che dai fantasmi di guerre che non ci riguardano.
Sarei assoutamente favorevole ad un esercito che non si renda mai più complice dell’esproprio di migliaia di chilometri di territorio e dell’avvelenamento della nostra terra con armi che contengono sostanze tossiche e radioattive, e che insieme a noi chieda la chiusura e la bonifica di Quirra, Teulada e Capo Frasca.
Con un esercito di questo tipo le mansioni di protezione civile farebbero già parte del bilancio della Difesa e quindi non avremmo assistito allo spettacolo avvenuto a Olbia, un anno dopo l’alluvione del 2013, quando la difesa mandò al comune una fattura da 650.000 euro per il lavoro svolto dai soldati e dai mezzi pesanti impiegati.
Ecco… spero che non capiti anche al comue di Bitti, che si vedano arrivare una richiesta milionaria dal ministero della Difesa.
Soprattutto spero che in quel caso si rifiutino di sborsare soldi della comuità bittese per un servizio che dovrebbe essere dovuto.”