Comunicato 10 ottobre: manifestazione 14 ottobre 2017 a Cagliari contro la Joint Stars

COSA È LA JOINT STARS?

Joint Stars 2017 (JS17) è il più grande evento esercitativo della Difesa di quest’anno e coinvolge diverse regioni italiane. Il 14 ottobre partirà la seconda parte della Joint Stars 2017, la “LIVEX”. Dopo la prima parte (la “Virtual Flag 2017” svolta a giugno a Poggio Renatico, Ferrara), l’evento addestrativo più importante dell’anno sbarca in Sardegna. Fino al 29 ottobre, il sud dell’Isola sarà teatro di questa ennesima mega esercitazione, nell’ambito della quale è previsto anche Mare Aperto (dal 16 al 27 ottobre). Il poligono di Teulada vedrà i soldati della NATO e della Forza Marittima Europea esercitarsi per dieci giorni nelle principali forme di combattimento sul mare e dal mare. Esercitazioni di questo tenore non sono, né potranno mai essere, difensive ma bensì palesemente offensive, finalizzate insomma alla guerra. Leggi tutto “Comunicato 10 ottobre: manifestazione 14 ottobre 2017 a Cagliari contro la Joint Stars”

10 ottobre. Sit-in e conferenza stampa

SIT-IN e CONFERENZA STAMPA
CONTRO JOINT STARS
CONTRO L’OCCUPAZIONE MILITARE DEL PORTO DI CAGLIARI

Lettera aperta al Sindaco di Cagliari
Presentazione della manifestazione del 14 ottobre a Cagliari

Nei prossimi giorni il porto di Cagliari sarà invaso da navi e sommergibili militari. Uomini e blindati sbarcheranno sulle nostre coste con l’obiettivo di addestrarsi a un’imminente azione offensiva di guerra. Il nostro porto diventerà un approdo per navi e sommergibili a propulsione nucleare, che sosteranno vicino alle navi passeggeri. Questa massiva presenza militare a Cagliari è dovuta all’inizio della Joint Stars, quattro esercitazioni che dal 14 al 29 ottobre occuperanno il sud della Sardegna.

A Foras lancia l’appello a tutte le persone e organizzazioni che si battono contro l’occupazione militare per una manifestazione a Cagliari il 14 ottobre.

Martedì 10 ottobre alle 10.30 è convocato un presidio presso il Palazzo Civico di Cagliari per presentare le motivazioni della manifestazione e la lettera aperta al Sindaco della città.

Concluso l’A FORAS CAMP 2017, si riparte con i 5 tavoli di lavoro e le mobilitazioni sui territori!

Si è conclusa domenica 10 settembre, nella Marina di Tertenia, la seconda edizione dell’A FORAS CAMP, il campeggio contro l’occupazione militare. Alla 6 giorni di assemblee, seminari di autoformazione, tavoli di lavoro tematici e socialità hanno partecipato oltre 200 persone, provenienti da tutta la Sardegna e non solo. Di rilievo il contributo (nell’organizzazione e nella presenza ai lavori) della componente locale dell’assemblea di A FORAS, il KOS (Kumone Ozastra Sarrabus), oltre che di altri partecipanti provenienti da Tertenia e dintorni.

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A FORAS CAMP 2017 – International appeal From September 5th to 10th let’s camp against the military occupation of Sardinia

A FORAS CAMP 2017 – International appeal From September 5th to 10th let’s camp against the military occupation of Sardinia.

Between occupation and resistence

For more then 50 years Sardinia has been occupied on thousands of hectares by military firing ranges, military airports and bases, a bomb factory and at least a hundred other military buildings. On our island, nearly two thirds of the total Italian military asset is “hosted”. But never have we remained just watching: since the 1960s various actions have been brought up, including demonstrations and protests, the most famous one being the one of Pratobello, near Orgosolo, in 1969, but we can also remember Tertenia, Sinis and La Maddalena.

In the last three years new life has been given to the movement, starting from the big demo against the Military Range of Capo Frasca in September 2014, which ended in an en masse entrance of protesters beyond the military nets. Since then, there have been more demos and obstructions against military drills. The movement has so found in direct action one of its most fruitful practices. On the other hand, the Italian State, with the silence of Sardinian government, has continuously shown brute force and its muscles. Bigger drills have been organized over the last years, occupying also new parts of Sardinian waters: an example is the Mare Aperto 2017 drill that caused fishermen to be cleared out from their usual fishing grounds. Other interests of our counter party have been the expansion of the bomb factory at Domusnovas, the so called RWM, and the further state financing of the Sardinia AeroSpace District, called DASS. For these reasons, the single and few demonstrations cannot be enough: it is necessary to start a structured political project on various levels that works on short, medium and long terms, knowing that our conflict won’t end in a few years. Leggi tutto “A FORAS CAMP 2017 – International appeal From September 5th to 10th let’s camp against the military occupation of Sardinia”

TZERRIADA INTERNATZIONALI “A FORAS CAMP 2017” 5-10 DE CABUDANNI, MARINA DE TERTENIA, LOC. TESONIS

Intra de ocupatzioni e resistèntzia

Est 50 annus a oi e prus ca milli e milli mois de terra funt liaus de polìgonus, arioportus militaris, basis, una fàbrica de bombas, in prus de centenas de àterus piatzamentus militaris. In s’ìsula nosta funt foristeris agiumai de tres partis duas (2/3) de su demàniu militari chi ddoi at in totu su Stadu italianu. Su pòpulu sardu no s’est stentau frimu po meda: giai de su 1960 at fatu manifestadas e avolotus, sa prus connota est sa de Pratobello (in su sartu de Orgòsolo) in su 1969, ma fait a nd’arremonai is avolotus de Tertenia puru, in su Sinis e in Sa Maddalena.

In is ùrtimus 3 annus su movimentu at agatau linfa noa, inghitzendi de s’acorrada manna in su Poligonu de Cabu Frasca in su mesi de cabudanni de su 2014, chi fiat acabada cun s’intrada in cambarada a parti de aìnturu de s’arretza. De insaras s’ant intreverau manifestadas e arrocus de is esercitatzionis militaris. Su movimentu at, duncas, agatau in s’interventu schetu una de is prus atzionis profetosas suas. Su Stadu italianu, intamis, impari a su Guvernu Sardu a sa muda, in custus ùrtimus annus est sighendi a amostai sa fortza sua. Est de diora cuncordendi esercitatzionis sèmpiri prus mannas, ocupendi tìntulas noas de mari, a comenti est acuntèssiu po Mare Aperto 2017 puru, chi at incausau su sbarratzamentu de is piscadoris de custus tretus. S’amanniadura de sa fàbrica de bombas de Domusnoas, sa RWM, e su finantziamentu de su distretu ariospatziali sardu, su DASS, funt un’àtera de cussas chistionis chi sa contraparti nosta pighendi a incuru est. Po custu puru est ca, is acorradas sìngulas e pagu fitianas no abàstant: tòcat a incarrerai un’andala beni assetiada a livellus diferentis e chi traballit asuba de unu tretu curtzu, mesanu e longu, sciendi chi custa batalla no at a acabai luegus. Leggi tutto “TZERRIADA INTERNATZIONALI “A FORAS CAMP 2017” 5-10 DE CABUDANNI, MARINA DE TERTENIA, LOC. TESONIS”

APPELLO INTERNAZIONALE “A FORAS CAMP 2017”. 5-10 SETTEMBRE MARINA DI TERTENIA, LOC. TESONIS

APPELLO INTERNAZIONALE “A FORAS CAMP 2017”. 5-10 SETTEMBRE MARINA DI TERTENIA, LOC. TESONIS.

Tra occupazione e resistenza

Da oltre 50 anni la Sardegna è occupata per migliaia di ettari di territorio da poligoni, aeroporti militari, basi, una fabbrica di bombe, oltre a centinaia di altre installazioni militari. Nella nostra isola sono “ospitati” circa due terzi del demanio militare presente in tutto lo Stato italiano. Il popolo sardo non è mai stato a guardare: fin dagli anni 60 ha messo in pratica diverse azioni, manifestazioni e proteste, la più celebre quella di Pratobello (nelle campagne di Orgosolo) nel 1969, ma possiamo citare anche le proteste a Tertenia, nel Sinis e a La Maddalena.

Negli ultimi tre anni il movimento ha trovato una nuova linfa, a partire dalla grande mobilitazione nel Poligono di Capo Frasca del settembre 2014, che si concluse con l’ingresso in massa oltre le reti. Da allora si sono susseguite manifestazioni e blocchi delle esercitazioni militari. Il movimento ha dunque trovato nell’azione diretta una delle sue pratiche più efficaci. D’altra parte, lo Stato Italiano, con il colpevole silenzio del Governo Sardo, in questi ultimi anni ha continuato a mostrare i muscoli. Sono state organizzate esercitazioni sempre piú grandi, andando ad occupare nuovi spicchi di mare, come è successo per Mare Aperto 2017, che ha portato allo sgombero dei pescatori da nuove aree. L’espansione della fabbrica di bombe di Domusnovas, la RWM, e il finanziamento del distretto aerospaziale sardo, il DASS, sono un altro degli aspetti su cui si sta concentrando la nostra controparte. Anche per questo, il ricorso alle singole e sporadiche mobilitazioni può non bastare: è necessario avviare un percorso strutturato su più livelli e che lavori su breve, medio e lungo periodo, consapevoli che questa battaglia non si concluderà in qualche anno. Leggi tutto “APPELLO INTERNAZIONALE “A FORAS CAMP 2017”. 5-10 SETTEMBRE MARINA DI TERTENIA, LOC. TESONIS”

Il Processo sui veleni di Quirra. Un contributo dal K.O.S.

Il Kumone Otzastra Sarrabus, nodo territoriale di A Foras, ha presenziato al Processo di Lanusei sui veleni del Poligono militare P.I.S.Q. in Sardegna, Udienza del 26 luglio 2017.

[Questa] la drammatica deposizione di una madre, abitante della frazione di Quirra:

“Con qualche breve interruzione ho passato 42 anni di vita a Quirra, ho avuto 11 figli, ora sono 7. Uno è morto nella prima infanzia e gli altri da grandi:
Paolo, Piero (noto Luca), Roberto. Paolo a Marzo del 2003, Piero a Ottobre dello stesso anno, Roberto l’anno scorso. La nostra azienda è una cooperativa a Quirra, dentro erano in 20 a lavorare, Piero lavorava a Pardu Gelea e allevava animali tra il lago salato e Flumini Durci: ma mi dite quali sono i confini reali del poligono? Io ho vissuto lì, c’erano cartelli con la scritta “Zona Militare”. Mio figlio Roberto è morto di un tumore alla testa, ha sempre vissuto a Quirra ed aveva la casa vicina alla mia.
I miei andavano sempre a Gelea con il bestiame, sembrava un oasi, orti, frutteti, vigneti, ora è abbandonata. Oltre Flumini Durci dove avevamo proprietà, poi espropriate dalla base militare, seguivamo le pecore di un cugino malato. Mio figlio Stefano è stato operato nelle parti intimi (testicoli), anch’io ho avuto un intervento per un tumore alla tiroide a Dicembre e non so ancora…
Certi mesi dell’anno e anche quest’anno abbiamo sempre gli aerei in testa, a Turri Motta nessuno c’entra più. Io da casa la base militare la vedo tutta, sarò ad un chilometro, ed a Murtas per due volte ho visto enormi funghi di fumo, ho sentito le esplosioni, sa domu fiat pudescia, bisognava andare via.
Ho assistito al lancio di un missile, mi ricordo che hanno fatto sgomberare tutti, c’erano tante persone e nella confusione e nella fretta, il mio pane si è bruciato.
Con il vento il missile ha cambiato rotta e l’hanno fatto esplodere in aria, sennò per poco non ci cadeva in testa.
Io ero sulla SS.125 in strada, ci siamo trovati inondati di fumo e polvere, i bambini giocavano con le scintille ad acchiapparle, non ricordo la data, ma era dopo gli anni ‘70.
Poi io e Roberto non andavamo più via con gli sgomberi, fanno gli sgomberi da casa mia: ma le sembra normale? Era un’offesa per noi andarcene.
Fino a qualche anno prima del lavoro della Procura di Lanusei, gli sgomberi c’erano ancora.
Sempre in spiaggia c’erano residui, pezzi interi di lamiere e barili di alluminio spessissimo in giro per tutta l’azienda. Quando pioveva, come durante un’alluvione, si allagava tutto e i residui galleggiavano finendo nei cespugli, non ho mai visto nessuno raccoglierli.
Sa quanti medici ho visto? Dicevano che le ragioni sono ambientali, viaggi a Bologna, a Milano, in Francia ci hanno detto “tornate indietro, non c’è nulla da fare”.
E’ morto anche un mio parente e altri conoscenti, noi abbiamo visto malformazioni negli animali, un agnello con un occhio solo, ma ne nascevano molti malformati: il Servizio Veterinario li portava all’Università, non so gli esiti.
Miei figli Martino e Alessio continuano a lavorare nell’azienda, è solo da un paio d’anni che non nascono malformati, ma il peggiore è stato quell’agnello con un occhio solo (Polifemo).
Si vendevano agnelli nelle macellerie ed ancora oggi vengono grossisti.
La mia casa è sotto la cupola con il Radar, il bersaglio delle esercitazioni era lo scoglio di Murtas, io vedevo i missili lanciati in quella traiettoria.
Quando c’era la piena, Pardu Gelea sia allagava tutta, ho visto trascinate anche le mucche ed ho visto anche uno di quei bidoni aperto.
Piero e Paolo sono morti nel 2003, prima Paolo il 9 Marzo, poi Piero ad Ottobre, Roberto giocava con le scintille, ora avrebbe 47 anni.
Le due esplosioni con i funghi grandi di fumo che ho visto, le ho viste prima della loro morte”.

Le lacrime delle madri dei civili morti e le lacrime delle madri dei militari morti, sono uguali. Ascoltarle, sentirle, vederle, non possono che richiamarci alla dignità, ma soprattutto a compiere scelte diverse, nel nome della vita e della pace tra i popoli.

L’ampliamento, che già da 2 mesi si opera nella rampa di lancio di Torre Murtas per assecondare i progetti del Distretto Aerospaziale della Sardegna (DASS), presentato a Villaputzu e vivamente sostenuto da Regione, Unione dei Comuni e Sindacati, non va in quella direzione. La sperimentazione dei nuovi propellenti, presentati come biocarburanti, scatenerà ulteriori nanoparticelle dalla loro combustione e non si creeranno che un pugno di posti di lavoro, molti servi si però, affascinati, come quando da bambini si pensa di fare da grandi gli astronauti.

E’ la dignità di quelle madri che deve portarci ad una riconversione diversa del PISQ chiudendo definitivamente la porta ai programmatori di morte e ai camerieri della politica sarda, ubbidiente e genuflessa.

Noi vedremo le nostre terre libere!

Missili radioattivi e discarica di rifiuti bellici: la scoperta dell’acqua calda della Commissione uranio impoverito

In questi ultimi giorni in tanti abbiamo letto nei principali quotidiani sardi la notizia relativa alla “scoperta” della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, relativa alla presenza nei poligoni di Quirra e Teulada di migliaia di missili Milan con traccianti al Torio (agente radioattivo), oltre allo smaltimento di ingenti arsenali bellici scaduti. Se da una parte riteniamo utile qualunque fonte di informazione e inchiesta che renda pubbliche le criminali attività che avvengono nei poligoni sardi, dall’altra queste, specie se provengono da fonti “istituzionali”, non fanno altro che certificare quanto il movimento contro le basi e parte della popolazione locale gridano a gran voce da decenni. La vera notizia, riportata dall’articolo che riportiamo in calce, sarebbe il numero esatto di missili milan lanciati, alcuni dei quali (quasi 3mila!) mancano all’appello delle carcasse trovate a terra.

Chiudiamo citando le misure auspicate dal presidente della Commissione, il senatore Scanu, che consistono nella creazione di una legislazione sugli indennizzi per chi ha contratto malattie dovute al contatto con questi veleni. Non la chiusura della basi, non la fine delle esercitazioni e le bonifiche, ma una sorta di indennizzo “a babbo morto”! Solamente con la chiusura totale dei poligoni e con la loro bonifica integrale e riconversione, qualunque risarcimento avrà un senso, in caso contrario il loro utilizzo sarà solo un palliativo.

E ora, buona conta dei missili, con l’articolo di Piero Loi su Sardinia Post:

 

Commissione Uranio: mistero sui missili Milan, danni ambientali certi

I missili Milan – dotati di sistemi traccianti al torio – utilizzati nei poligoni sardi sono un mistero: a Quirra, nel poligono interforze Ipsq, non si riesce a stabilire quanti ne siano stati lanciati. Lo denuncia la Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito continua a leggere su Sardinia Post…

A Foras Fest: il 2 giugno a Cagliari è stata una grande giornata contro l’occupazione militare con musica, poesia e informazione

La grande giornata di mobilitazione organizzata da A Foras, l’assemblea contro l’occupazione militare, ieri 2 giugno a Cagliari ha raggiunto l’obiettivo di riunire le diverse componenti della società civile che si oppongono all’uso della Sardegna come colonia da devastare per testare armi e produrre bombe usate contro popolazioni civili. Una giornata di lotta e di festa che si vuole ripetere annualmente nella città capoluogo per capovolgere la festa della Repubblica italiana tempestata di parate militari, mentre sulla Sardegna grava il peso maggiore delle servitù militari con tutti i danni che ne derivano.


Ieri un lungo e multicolore corteo, con persone e bandiere arrivate da tutta l’isola, ha percorso per molte ore le strade cittadine nelle quali insistono diverse strutture militari, tra Marina Piccola e piazza dei Centomila. Striscioni e slogan hanno ricordato i motivi della manifestazione e di tutto il percorso di “A Foras”, iniziato proprio un anno fa, il 2 giugno 2016, con la prima assemblea a Bauladu: completa dismissione dei poligoni, riconversione della fabbrica di bombe, bonifiche e risarcimenti, restituzione delle terre alle comunità.

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