SEGRETI MILITARI RUBATI A LEONARDO SPA, GRANDI AFFARI IN SARDEGNA, NESSUNO SCANDALO

Centomila files e dieci giga contenenti contabilità, piani aziendali e progetti per armamenti bellici sono stati trafugati da novantaquattro computer proprietà dell’azienda multinazionale Leonardo Spa; nelle trentatré postazioni attaccate dagli hacker presso lo stabilimento di Pomigliano d’Arco erano configurati molteplici profili utente in uso a dipendenti, anche con mansioni dirigenziali, impegnati in attività d’impresa volta alla produzione di beni e servizi di carattere strategico per la sicurezza e la difesa del Paese.
Dovrebbe far storcere il naso che un’azienda, una società per azioni, detenga segreti militari o informazioni sensibili per la sicurezza dello stato; fa sorridere che la sicurezza dell’azienda a cui viene “appaltata” buona parte del sistema sicurezza Italia, venga minata dagli stessi dipendenti. Fa stridere invece come questa notizia, che dovrebbe porre dei forti interrogativi sulle vicende interne di queste aziende “strategiche”, sia passata quasi inosservata nell’agenda politica e mediatica italiana e poco trattata dai media main stream, se non nei giorni immediatamente successivi all’arresto dei responsabili e comunque spesso senza il dovuto risalto.
Certo è plausibile che Leonardo Spa, principale azienda export di armamenti italiana, con un fatturato di 13,8 miliardi di euro nel 2019, non abbia piacere ad apparire come un partner poco affidabile e poco sicuro. Dall’immagine di questo partner commerciale dipendono flussi enormi di soldi, armi, la gestione geopolitica di aree sensibili e l’utilizzo improprio che aziende ed esercito fanno dei poligoni militari della Sardegna.
Se pensiamo che nel biennio ’17-’18 l’Italia ha venduto commesse militari al Qatar per 6 e 144 milioni di euro, non ci stupisce che nel gennaio di quest’anno il presidente Mattarella sia andato a Doha in visita ufficiale con l’amministratore delegato di Leonardo spa, Alessandro Profumo. A novembre invece è stato il momento degli accordi tra Italia e Qatar con la firma di Lorenzo Guerini, Ministro della Difesa, del trattato di cooperazione bilaterale militare e tecnico industriale. Nell’accordo si prevede che i piloti militari del Qatar si addestrino all’interno della ITFS (International training flight school) promossa da Leonardo spa a Decimomannu e Galatina (Lecce). Nell’accordo firmato da Leonardo con l’aeronautica militare italiana, la società rileva l’aeroporto militare sardo che, dopo la dipartita dell’aviazione tedesca, stava per chiudere battenti.
Tra gli altri affari di Leonardo in terra sarda non possiamo non citare l’acquisto nel gennaio del 2019 della Vitrociset, azienda con sede nel Poligono di Quirra, leader nei servizi e soluzioni specialistiche per sistemi complessi nei settori Difesa e Sicurezza, Spazio, Trasporti e Infrastrutture Critiche. L’attività di Vitrociset occupa un punto cardine nelle esercitazioni militari in Sardegna, si coordina a livello strategico con istituzioni civili e militari (Eserc. Bentu Estu Teulada 2019), partecipa attivamente alla gestione logistica e tecnologica delle stesse. Vitrociset è partner ufficiale insieme ad Avio nel progetto per i test missilistici del Distretto Aerospaziale Sardo che insiste sul PISQ.
Insomma se rubano i segreti militari dai server di Leonardo spa, dovremmo farci qualche domanda pure noi che siamo lontani dal red carpet con le stellette e viviamo a poca distanza dai poligoni militari e dalle caserme dove alcuni stati dalla condotta internazionale altamente discutibile, si esercitano e fanno affari miliardari con multinazionali che sfruttano le nostre terre per il proprio tornaconto.
Il 20 dicembre ci troveremo alle 16:30 in piazza Quirra anche per questo, più ospedali meno militari, meno affaristi più dottori, meno Qatar più Sardigna.